LA RAGAZZA CON IL TUTU'


L'hai vista anche tu?
Erano le 7.30 A.M. ed era seduta da sola in metro, con il suo tutù e il cappuccio della felpa tirato sulla testa, qualche ciocca di capelli rossi bagnati appiccicati al viso.
Sembra una scena di un film: lei tra tutta questa gente appena sveglia che sta andando al lavoro, solo cravatte e tailleur intorno; certo, per lei la notte non è ancora finita ma è martedì mattina per tutti gli altri. E' l'unica a scendere alla fermata. Se la guardi ha un mezzo sorriso, adora il fatto che nessuno si curi di lei, adora sentirsi diversa. E cammina verso casa per andare a sognare.

LOOKING AROUND

Vivere questa città ed avere tanti occhi.
Non solo per guardare le meraviglie che ti stanno intorno ma anche per guardare le mille vite che incroci per strada ogni giorno.
Persone che stanno vivendo le stesse ore, la stessa città che vivi tu ma in maniera completamente differente...con un'intesità diversa, ognuno con la sua storia. Le differenze sono talmente nette qui che è impossibile non notarle.
Può capitarti che appena finito di lavorare, ti ritrovi ad un after in uno scantinato che dura ormai da quasi 24 ore, c'è gente che decide di vivere così, ballando. Poi vai fare una telefonata ad un locutorio e seduti a fianco a te, divisi solo da 2 cm di cartongesso ci sono un indiano, un asiatico e una donna araba con 5 bambini che chiamano il loro paese, la donna sta piangendo mentre tu sorridi alla persona che è al telefono con te.
Esci in strada: studenti esaltati, signore annoiate, pazzi che parlano da soli, chi suona, chi canta, chi si bacia, chi cammina veloce, chi sfila portafogli dalle tasche, chi fa della strada la sua casa.
Ed io,con la mia piccola storia. Niente più che un puntino in questo formicaio di cui faccio parte.

NOVITA'

Non si finisce mai di imparare: nuove parole, nuovi modi di sorridere, nuove strade da percorrere, nuovi modi di appendere mutande ad un appendino. Il lavoro da Etam mi piace un sacco e mi fa provare emozioni da notte prima di un compito in classe.
Appena arrivata, indossando una camicetta nuova bianco candido comprata appositamente per il primo giorno di lavoro scopro che bisogna lavorare in total black... Perfetto.
Ho scoperto anche che ci sono mille tipi di reggiseno ognuno con un nome diverso e taglie che non capisco per niente.
Sono stata catapultata sul pianeta Lingerie...
Dopo solo 4 ore e la testa piena di nuove nozioni mi sono sentita stanca ma felice, confusa ma soddisfatta. Ho preso la metro in trance, pensando al futuro e alle novità, con la colonna sonora del nuovo album dei Depeche Mode, che non riesco a smettere di ascoltare, no no no.

ROUTINE

Si aggiunge una tassello al puzzle che è la mia vita qui. Finalmente è arrivata la telefonata che stavo aspettando: ho trovato lavoro, la mia vacanza forzata finisce lunedì.
Sono curiosa di scoprire cosa succederà adesso che anch'io avrò una routine quotidiana, chissà se sarà diverso da come mi sentivo a Shittown ogni volta che la sveglia mi urlava nelle orecchie che era ora di alzarsi e ripetere sistematicamente gli stessi gesti, le stesse parole ogni giorno.
La routine dà stabilità, ma quando si ha la sensazione di vivere costantemente la stessa giornata, come stava succedendo a me, allora bisogna dare una svolta nel limite del possibile alla propria vita o si rischia di invecchiare prima del tempo.
Certo, potrete dirmi che vivere una routine da una sensazione di sicurezza, di equilibrio; io il mio equilibrio lo trovo quando la mia giornata è fatta di piccoli piacevoli imprevisti, cambi di programma, novità. Per questo sono contenta di lavorare in un aeroporto, dove tutto si muove, dove non si vede mai due volte la stessa faccia, dove la gente si sente diversa perchè è pronta per fare un viaggio, non importa dove, non importa perchè... in un attimo sei qui e 10 minuti dopo sei a migliaia di metri d'altezza sospeso nel vuoto.
Anch'io negli ultimi mesi mi sono sentita chiusa nel mio aeroporto personale, in preda a mille emozioni, pronta a partire.
E adesso si.
Partiamo.

FORCED LANDING

Atterraggio forzato dopo qualche giorno passato camminando a qualche centimetro da terra.
Da quando sono arrivata qui ho fatto di tutto per non cedere alla malinconia, rischiando di dimenticare quanto sia bello perdersi dentro un altro sguardo. Adesso lo ricordo, adesso le sensazioni sono tutte troppo vivide per non sentire un grande vuoto nel cuore. Ma si va avanti, di mese in mese, aspettando di rivederti per ridere insieme fino alle lacrime, per andare in giro tenendosi la mano, per sognare, per assaporare qualche sensazione chimica, per sentirci piccoli, per vivere la città che adoro con te.
A presto G.

TRANQUILLI!

Mi conoscete, sapete che il mio umore va in altalena, che sono meteopatica e quando piove mi viene da piangere ma state tranquilli, oggi ho dinuovo il sorriso stampato in faccia.
Ho fatto un colloquio questa mattina e incrocio le dita. Fatelo anche voi!
Voglio rassicurare mia Zia che mi ha fatto un cazziatone.com sulla mia casella di posta elettronica; le palle vanno e vengono ma ci sono, non ti preoccupare, sono felice di aver preso la decisione di vivere qui, solo che la pazienza, dopo 3 settimane, ogni tanto viene a mancare...
Quello che non manca mai è la voglia di sognare, non per altro uno dei mei tatuaggi dice "dream on". E continuo a sognare, sempre.

SEGHE MENTALI DEL PRIMO POMERIGGIO


Mentre le nuvole grigio piombo mangiano i pochi raggi di sole che tentano di attraversarle, io mangio nervoso a grandi morsi e il senso di colpa divora me, il mio telefono viola resta immobile. Non un trillo.
Voglio che mi chiamino per il secondo colloquio, voglio lavorare.
Fare niente è bello finchè hai qualcosa da fare... Sembra un controsenso ma è così.
Apro la pagina di infojobs almeno 10 volte al giorno, invio curriculum, controllo la posta. Niente. Allora esco, faccio la spesa, cucino anche se non ho fame, ho bisogno di tenermi occupata per non pensare alla paura fottuta che ho di deludere me stessa, di aver creduto così saldamente in qualcosa che forse doveva rimanere solo un sogno. So bene che non è colpa mia, che sono qui da poco, che c'è crisi ecc, ma non posso fare a meno di sentirmi in colpa oggi.
Scrivere mi fa stare più tranquilla, è come se le mie paranoie scivolassero dalla mia testa allo schermo e ne rimanessero imprigionate. Perdipiù mi faccio male ascoltando musica malinconica.
Non va.
Scuoto la testa come per togliermi di dosso i pensieri negativi, dovreste vedermi, dubitereste seriamente della mia sanità mentale, ma questa è la mia personale maniera di reagire alle paturnie di oggi.
Ora esco,vado esplorare qualche strada nuova. E mi porto dietro i curriculum.

DENTRO AI MIEI VUOTI

Impalcature spartitraffico, fari alonati blu monossido
Due solitudini si attraggono: tu chi sei?
Come due intrusi che sorvolano le tangenziali dell’intimità
Fiutando diffidenze e affinità. Resta qui!
Da quanto siamo qua non chiederlo,
Dalle finestre luci scorrono,
Lenzuola stropicciate ...che ora è?
Stai con me!
Se c’è un motivo trovalo con me
Senza ingranaggi senza chiedere perché.
Dentro i miei vuoti puoi nasconderti,
Le tue paure addormentale con me
Se c’è un motivo.
Due solitudini si avvolgono
Due corpi estranei s’intrecciano
Duemila esitazioni sbocciano
Stai con me.
Se c’è un motivo trovalo con me
Senza ingranaggi senza chiedere perché
Dentro i miei vuoti puoi nasconderti,
Se c’è un motivo trovalo con me.
Senza ingranaggi senza chiedere perché
Dentro i miei vuoti puoi nasconderti.
Le tue paure addormentale con me
Le tue paure addormentale con me
Le tue paure addormentale con me
Le tue paure addormentale con me
Le tue paure addormentale con me
Se c’è un motivo ...

SOVRAPPENSIERO

La mia mente ultimamente è sempre impegnata a macinare pensieri. Non riposa un attimo, mi guardo in giro, cerco senza grandi risultati di orientarmi nella nuova città dove vivo, penso al lavoro che farò, alla primavera che è alle porte, mi faccio film in testa su quella che  potrebbe essere la mia vita qui una volta trovato il mio equilibrio. Non voglio trovare il tempo per la malinconia...
Sapevo che prima o poi sarebbe capitato: stamattina alle 7 mi sveglio con la tremenda sensazione di aver lasciato indietro qualcosa di importante, di aver dimenticato qualcosa di vitale importanza. Stavo sognando la mia  micia prima di svegliarmi, ho sognato che  non mi riconosceva più. E' bastato questo per farmi pensare a casa, alla mia casetta, a G., alla mia famiglia, alle mie amiche, a tutto quello che ho lasciato decidendo di venire a  vivere qui. Panico. Sconforto. 
C'è qualche strana regola secondo cui le sensazioni vengono amplificate a mille quando si è coricati in un letto al buio. 
Mi sono dovuta alzare e fumarmi una sigaretta sul terrazzo mentre albeggiava, poi mi sono riaddormentata, finalmente sogni tranquilli. 
Buongiorno ancora, Barcellona.

DELIRIOUS

Basta con i libri di Chuck Palahniuk per un po', i miei sogni sono sempre più deliranti, grotteschi. Sogno pizzo di colore blu elettrico e sangue, fucili e auto sportive, risa e follia, una scatola piena di occhi verdi che mi guardano dentro, porte che si aprono e si chiudono velocemente alle mie spalle, meduse, il buio, un respiro affannato, un eclisse di sole.
E mi sveglio in una grigia giornata di pioggia.