THE CONFORT ZONE

Ci ho provato a restare ferma sulle mie decisioni, a dire no, ma alla fine sono venuta da te quando mi hai cercata, per passeggiare per mano nella zona del confort, dove niente fa male, dove siamo ancora una coppia, per rivivere quella sensazione di pace e sicurezza che sentiamo quando siamo insieme. Una cosa troppo sbagliata da fare e una sensazione troppo bella da sentire, ci usiamo, ci facciamo del male da soli. L'amore da dipendenza, dopo 3 anni siamo qui a guardarci negli occhi e a dirci che stiamo sbagliando, che stiamo scappando dalla realtà, ma è ancora troppo presto per non sentire il male che fa, troppo presto per dare un colpo di spugna e cancellare i ricordi, troppo presto per riuscire a liberarci di noi stessi, di quelli che eravamo, io e te, insieme. 

LE COSE CHE FACCIO PER ME


Già pigiamata e svaccata sul letto alle 10.30 di sera penso alla mia giornata di oggi, penso al percorso che mi aspetta, per innamorarmi di me.
Sto riflettendo sul fatto che finora, qualsiasi cosa facessi, non aveva valore se non era condivisa con un'altra persona, me ne sono resa conto in un momento in cui ho detto a mia madre che non volevo perdere il mio tempo a casa da sola. "Non è tempo perso, tatina"  mi ha detto lei, " Mentre sei a casa fai un sacco di cose, non pensare che leggere, curare la tua casa, stare a guardare il cielo sdraiata in terrazzo sia tempo perso, è tempo che in realtà dedichi a te stessa". Già, come mai nella mia testa bacata non lo vedevo così? Non che fare le pulizie sia il miglior sistema per arricchire il mio io interiore, ma è pur sempre qualcosa che faccio per me. E così oggi ho dedicato la giornata a me stessa, ho comprato e piantato delle piantine in terrazzo, ho pulito, ahimè, ho fatto almeno metà delle cose che scrivo nella lista delle cose noiose da fare, tipo chiamare il dentista o andare a ritirare quei pantaloni dalla sarta, che ho rimandato così tante volte che ormai saranno fuori moda, andare a passeggiare con il mio cane al parco. Solo io, lui e la natura. 
E così, dopo un pranzo con l'ex durante il quale abbiamo parlato di quanto ci fa strano mangiare insieme e non lanciarci i piatti insultandoci, io e il mio Disko ci siamo fatti i chilometri in salita per arrivare al fantastico parco del Guinardó. In un attimo, passare dal rumore della città al canto degli uccellini, immergersi nella natura con lo sfondo di una Barcellona che vista dall'alto sembra piccola piccola, mi ha riempita di energia positiva, mi ha ricaricato le pile. Ho pensato che queste sono le cose che faccio per me, camminare, sorridere, parlare al mio cane, guardare il cielo, raccogliere un dente di leone ed esprimere un desiderio (da quanti anni non lo facevo?) , salutare i vecchietti che incrocio al parco, vivere il presente. 

"Costruire il futuro significa
costruire il presente. 
È creare un desiderio
che valga la pena oggi
e che sia orientato verso il domani" 

Buonanotte 




ANCORA TU? MA NON DOVEVAMO VEDERCI PIÙ?

Una volta prima che il mondo sapesse della fine di una relazione si dovevano fare segnali di fumo, c'era il passaparola, ora basta entrare su Facebook, fare un clic su " modifica la tua situazione sentimentale" e cambiare quello scomodissimo "fidanzata ufficialmente". Ed eccoli, come le api sul miele ( o le mosche sulla merda, dipende dai punti di vista) riappaiono tutti i tuoi pseudo amici, ex amici, trombamici, fantasmi del passato e chissà per quale occulta ragione adesso vogliono sapere come stai, dopo aver ignorato per 3 anni la tua esistenza, o quasi. 
Mi viene un po' da ridere e il mio ego ringrazia, dopo aver perso 5 kg ( non ben distribuiti, tette RIP) sentirti dire che la fine della relazione ti ha cambiato in meglio è una gran cosa.
Riconsidero la figura del trombamico, (che orribile termine) e penso se davvero è necessario portare il lutto dopo la fine di una relazione, piangerti addosso finché non hai più lacrime, analizzare per ore ed ore cosa è successo e cosa sarebbe potuto succedere, crogiolarti nella rabbia e nel dolore; forse è più facile rotolarti nel letto tra le braccia di un altro, perché semplicemente di piangere non hai più voglia e lui ti fa stare bene, senza nessuna pretesa... 
Chi lo ha detto che è necessario stare male? Chi lo ha detto che per andare avanti si deve prima autoinfliggersi castighi, obbligarsi a una solitudine forzata? 
E si da il caso che io abbia già pianto abbastanza. Adesso voglio solo sentire, ridere, ballare, prendere la vita alla leggera.

UNA SINGLE ALL'IKEA

A me fa un po' paura, dire che sono single, perché ho intorno gente che si sposa, fa figli, fa progetti di vita... E io sto cercando di innamorarmi di me stessa ( conoscendomi come solo io mi conosco, non è impresa facile ). Quando ero fidanzata vedevo solo single che si divertivano, ora la cosa cambia. Appena torni single, intorno a te vedi solo coppie felici, quelli che si danno i bacini in metro, quelli che si tengono per mano camminando per strada, quelli che si chiamano amoretesorocucciolo... e a te, che sei da sola, ti manca un po' la sensazione di essere l'altra metá della sua mela. Ebbene, la soluzione a questi momenti di malinconia è andare all'ikea.
Magari il sabato pomeriggio. Ogni desiderio di avere una relazione svanisce magicamente mentre cammini tra un mare di coppie che litigano, perché lei vuole qualcosa di impronunciabile ( perché la ä e la ö nella stessa parola a me fanno paura quanto il pensiero del mio ex con un'altra ) e lui vuole un lömsk. Perché lei ha BISOGNO di quelle lenzuola nuove e lui le ricorda che ne hanno già 10, di lenzuola... E subito ti ci senti comoda, nella tua nuova situazione di single, con le tue undicesime lenzuola nella borsa gialla e nessuno che ti rompe le palle.
Credo tornerò all'ikea quando, in preda ad una crisi dovuta all'orologio biologico, avrò bisogno di vedere madri depresse alle prese con figli urlanti. Viva l'ikea.