SE QUESTI MURI POTESSERO PARLARE...

Sono appena tornata da un faccia a faccia con la parete del mio negozio, quella con la lampada fatta di rose di metallo, ha una gran memoria sapete?
Abbiamo parlato di quando tre ragazze passavano qui i pomeriggi a ridere e a confidarsi, di come era bello vederle vivere di sogni, mi ha raccontato di quando mi ha vista piangere nel momento in cui ho ricevuto la telefonata del mio medico che diceva che dovevo operarmi d'urgenza, ha visto litigi e riconciliazioni, quante volte mi ha guardata mentre fantasticavo e mi perdevo nei miei pensieri. Ha anche riso con me e Cristina quando facevamo le stupide, con le nostre scenette improvvisate (e solo dopo ci accorgevamo che c'era qualcuno che guardava la vetrina, che vergogna!), ha odiato con me i clienti che non erano mai contenti.
Ho passato 5 anni qui dentro, seduta dove sto scrivendo ora, con la stessa identica visuale sulla starda che sto guardando in questo momento con un pizzico di malinconia.
Inizio a realizzare che domani sarà l'ultimo giorno qui in negozio, poi si chiude. La fine di un'epoca.
Ieri Giulia si guardava intorno e mi ha detto "Se questi muri potessero parlare..."
Ne avrebbero di storie da raccontare le pareti del Quartiere Latino... Ci sono dei momenti vissuti qui dentro che mi porterò sempre nel cuore... che giornate!!!
Questi muri, questo che per altri è un semplice negozio è stato il mio mondo per tanti anni.
Se realmente questi muri potessero parlare racconterebbero la mia vita degli ultimi anni.
Ma forse e' meglio cosi'....i ricordi e le sensazioni si gustano meglio in silenzio.

NOW

.... Dobbiamo fare in modo di crearci il maggior numero possibile di bei ricordi ....

BLACK LINES


Vi scrivo mentre cerco di liberarmi dalla morsa appiccicosa della vaselina che fa aderire i vestiti alla mia pelle dolorante.
Questo tattoo sembra non finire più. Un altro appuntamento con il rumorino odioso che produce la machinetta mi attende tra un paio di settimane, giusto il tempo per far guarire un po' le linee tracciate ieri e sarò pronta a sdraiarmi sul lettino per l'ultima volta.
Ouch! Maledetta vaselina.

BIG KAHUNA MONOLOGUE

ORGANIZZARE

Sto dedicando meno tempo al blog e ne dedicherò sempre meno nei prossimi due mesi. Sono troppo impegnata ad organizzare, pensare, guardare avanti, asciugarmi le lacrime, sperare, fare della mia vita degli scatoloni da stipare chissà dove. Decidere cosa tenere, cosa buttare, cosa conservare. Non pensate sia cosa facile, faccio una fatica tremenda a separarmi da qualcosa che per qualche motivo ho sentito mia. Cose apparentemente inutili che ho fatto diventare speciali.
Aprire cassetti e armadi è quasi come sfogliare un album di fotografie.
Sono sommersa dai ricordi, dovrei portare con me a Barcellona gli oggetti di una vita: foto, vestiti, musica, libri, cianfrusaglie di ogni genere, volantini, biglietti del cinema, lettere d'amore, un groviglio di collane che ormai è diventato un rompicapo, ritagli di giornali, una ventina di diari....
Ma bisogna imparare a viaggiare leggeri, via i pesi inutili, dalla valigia e dalla mente.
E viggiare leggera è ciò di cui ho bisogno. Via non solo gli oggetti, ma anche i ricordi futili.
Punto e a capo.
Aperta parentesi.

ISTINTO OMICIDA AD ALTA QUOTA


Guardo fuori dal mio finestrino ovale, oltre l'ala dell'aereo la scritta gialla 'Barcelona' mi saluta. Io mi sto trattenendo. Il sangue che mi scorre nelle vene è acido muriatico.
"Perchè l'aereo fa questo rumore? Oh, io ho paura, non è che poi cade?"
"Per dio! Stai zitta Carla che porti una sfiga..."
"Dove hai messo la mia carta d'identità, io l'ho data a te! Mi predi in giro? Eh? Guardami quando ti parlo!"
" Pensa che non abbiamo mai litigato..." "Si, siamo stati via solo 3 giorni!"
"Mi hanno detto che in Italia nevica"
"Che ladri! E poi lo chiamano Duty Free! Ma io lo pago meno sotto casa! Se ne approfittano!"
"Basta Camilla, smettila di frignare!"
Frammenti di discorsi tra le urla dei bambini, le risate, la puzza schifosa che esce dalla bocca di chi ha mangiato paella all'aglio e di chi ha passato il pomeriggio a sbronzarsi di sangria.
Questo era l'aereo prima del decollo.
Viaggio frequentemente da quando ho 15 anni e non ho mai sopportato i viaggi di ritorno, mi viene la rogna, odio profondamente Carla, Camilla e tutti gli altri zombie che salgono sull'aereo con me. Un odio viscerale. Non mi piace non poter ascoltare la mia musica ed essere obbligata ad iniettarmi nei timpani le loro cazzo di lamentele, i loro racconti sulla vacanza, le loro stronzate.
Solo quando l'aereo ha iniziato e traballare per le turbolenze e l'aria si è riempita di un silenzio fatto di tensione ho chiuso gli occhi e sono riuscita a riposarmi. Ho sognato che il tipo di fianco a me aveva la lingua biforcuta... Atterraggio. 
Il tipo della lingua biforcuta mi dice "Che bel tempo ci accoglie!" Io lo mando affanculo con lo sguardo. 
La neve. Ancora Shittown. La mia micia non mi saluta più. Ho passato la nottata a rigirarmi nel letto nonostante la melatonina,  ho bagnato il cuscino di lacrime. 
Oggi ho gli occhi gonfi come quelli di una rana.
Bentornata a casa, Kali.


CONTEMPLANDO BARCELONA

Qualcuno un giorno mi ha detto "Se non sei innamorata  della tua vita, cambiala!"
Mi sono persa tra le strade della città ascoltando Bjork a tutto volume, l'ansia che provavo prima di partire l'ho fatta rotolare sulla pista di atterraggio, l'ho guardata mentre le ruote dell'aereo la dilaniavano. Adios! 
La sensazione di disorientamento che ho provato in giro per le vie a me ancora sconosciute, con negli occhi un sole stranamente primaverile, è stata piacevolmente familiare. Come quando parli con qualcuno per la prima volta e rimani spiazzato perchè ti sembra di conoscerlo da sempre.
Amo Barcelona, me la sento pulsare dentro, è mia. 

LABITYINTH


Ho letto da qualche parte che la nostra concezione del futuro è strettamente legata alla nostra concezione del passato, al proprio vissuto.
Se così fosse, ed è plausibile, come possiamo immaginare un futuro diverso da quello che è il nostro passato?
Uno dei motivi per cui ho deciso di trasferirmi a Barcelona è quello di perdermi, dimenticare e non capirci più niente, esplorare nuovi lati della mia personaità. In questo modo dovrei poter immaginare un futuro diverso, fatto di un passato nuovo, non già scritto.
Ci sono persone che per ritrovarsi devono prima perdersi...

DAYDREAMING

Chiudo gli occhi per un attimo, mi basta un solo istante per cercarti fra i miei pensieri e trovarti.
Chi mi vede da fuori non sa il perché del mezzo sorriso sulle mie labbra.
Sono qui ma non sono connessa, mi lascio andare alle fantasie. 
Ne ricavo sciami di farfalle che volano libere nella mia pancia...
Niente più di una piccola gioia puramente personale.

MY 2008

"ALLA FINE QUEL CHE RICORDERO' SARANNO I GRANDI SOGNI E LE PICCOLE COSE