CURRICULUM MORTAE

Ok, sono stata io a licenziarmi ma non reggevo più, non sono capace a chiudere la porta dell'ufficio e non portarmi a casa il peso delle cose che non vanno bene: i debiti, i creditori che pressano, non ci riesco... Se poi non vengo nemmeno pagata per il lavoro sporco che mi tocca fare.... Adios!
Quello che non avevo preso in considerazione era l'ansia che mi provoca la trafila tremenda che si deve fare nella bella Barcellona per trovare un lavoro... se vuoi fare la commessa, per la cronaca, ti aspettano un minimo di tre colloqui, uno di gruppo e due individuali, per vedere se sei motivata, se non sei pazza, se sei una vera fan della marca per la quale hai deciso di lavorare; e non sbagliarti a dire che hai mandato 40 cv su infojobs, tu vuoi quel fantastico posto da commessa in quel negozio e non vedi l'ora di passare 8 ore al giorno a piegare maglie. Si, è la mia massima aspirazione, dammi questo cazzo di lavoro. Scrivo questo reduce da un colloquio per un posto da commessa in un negozio di una marca americana, colloquio di gruppo dove ci hanno consegnato un questionario di 4 pagine nel quale, tra le varie domande, mi hanno chiesto: nome del fondatore della marca, nomi delle modelle che hanno prestato il volto per la campagna pubblicitaria, nome del programma tv che sponsorizza la marca e una valanga di altre cazzate. Ah, e devi avere almeno 3 anni di esperienza. Perchè non mi chiedi se so come si piega una maglia e a che livello di falsità posso arrivare pur di vendere qualcosa?
Oggi ti vendo me: ti racconterò ciò che voi sentire , sarò ciò che vuoi, si, mi riconosco nei valori della marca, si, sono disponibile a cambiare orario, a lavorare la domenica a sottostare alle regole del dio Marketing.
Dammi questo cazzo di lavoro.

IL PESO DEI PENSIERI



Il tempo in Wonderhell non esiste, quindi inutile che sto qui a chiedermi che cosa ci faccio nuovamente sul blog alle 2.30 di notte dopo mesi e mesi di assenza. Cio' che mi ha scatenato la voglia di picchiettare le dita sulla micro tastierina del mio laptop è stata la frase che ho letto in una mail che mi è stata inviata: "A volte tentenno nello scriverti, perchè le parole scritte restano e siccome i miei pensieri sono solitamente pesanti, se li scrivo pesano di più...." Ho immediatamente pensato a me, al mio blog, alle facce che faccio quando leggo certi post di qualche tempo fa.
Diverse volte ho detto che trascrivere i miei pensieri e vederli su uno schermo è pari ad un esorcismo, mi scarico, li abbandono lì, agli occhi di qualche sconosciuto; probabilmente, di alcuni di quei pensieri non ne ho più bisogno, è un processo naturale, quello che c'è dentro deve venir fuori. E quello che viene fuori può disorientare parecchio.
Certo, i pensieri pesano di più quando li si scrive; vedere realmente, nero su bianco, cosa ti gira per la testa può lasciare confusi.
A volte, rileggendo Wonderhell, mi sono vista come una persona diversa, ma in fondo noi siamo quello che pensiamo... solo che i miei pensieri, si dividono in due: in quelli fatti di bolle di sapone e quelli fatti di marmo.