ISTINTO OMICIDA AD ALTA QUOTA


Guardo fuori dal mio finestrino ovale, oltre l'ala dell'aereo la scritta gialla 'Barcelona' mi saluta. Io mi sto trattenendo. Il sangue che mi scorre nelle vene è acido muriatico.
"Perchè l'aereo fa questo rumore? Oh, io ho paura, non è che poi cade?"
"Per dio! Stai zitta Carla che porti una sfiga..."
"Dove hai messo la mia carta d'identità, io l'ho data a te! Mi predi in giro? Eh? Guardami quando ti parlo!"
" Pensa che non abbiamo mai litigato..." "Si, siamo stati via solo 3 giorni!"
"Mi hanno detto che in Italia nevica"
"Che ladri! E poi lo chiamano Duty Free! Ma io lo pago meno sotto casa! Se ne approfittano!"
"Basta Camilla, smettila di frignare!"
Frammenti di discorsi tra le urla dei bambini, le risate, la puzza schifosa che esce dalla bocca di chi ha mangiato paella all'aglio e di chi ha passato il pomeriggio a sbronzarsi di sangria.
Questo era l'aereo prima del decollo.
Viaggio frequentemente da quando ho 15 anni e non ho mai sopportato i viaggi di ritorno, mi viene la rogna, odio profondamente Carla, Camilla e tutti gli altri zombie che salgono sull'aereo con me. Un odio viscerale. Non mi piace non poter ascoltare la mia musica ed essere obbligata ad iniettarmi nei timpani le loro cazzo di lamentele, i loro racconti sulla vacanza, le loro stronzate.
Solo quando l'aereo ha iniziato e traballare per le turbolenze e l'aria si è riempita di un silenzio fatto di tensione ho chiuso gli occhi e sono riuscita a riposarmi. Ho sognato che il tipo di fianco a me aveva la lingua biforcuta... Atterraggio. 
Il tipo della lingua biforcuta mi dice "Che bel tempo ci accoglie!" Io lo mando affanculo con lo sguardo. 
La neve. Ancora Shittown. La mia micia non mi saluta più. Ho passato la nottata a rigirarmi nel letto nonostante la melatonina,  ho bagnato il cuscino di lacrime. 
Oggi ho gli occhi gonfi come quelli di una rana.
Bentornata a casa, Kali.


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