RITORNO E VIA

Appena sono scesa dal treno ho respirato e ho sentito l'odore di Shittown.
Non mi ero mai accorta che la mia vecchia citta' avesse un odore tuttto suo, forse solo chi ci torna dopo mesi e' in grado di sentirlo; non mi ha sorpreso rivedere il famigliare paesaggio, sono rimasta basita perchè' l'ho riconosciuta dall'odore. Non ha una puzza in particolare, Shittown sa di casa, anche se non vorrei fosse cosi'.
Dopo aver guidato con la testa completamente fottuta su qualche nuvola grigia ho recuperato coscienza solo quando mi sono resa conto di dove mi avevano portata i miei pensieri: ero davanti alla porta del garage della mia vecchia casa. Dovevo andare da tutt'altra parte.
Shoccata, triste, confusa; tornare in Italia dopo 4 mesi e affrontare un lutto in famiglia e' stato surreale, e' stato un incubo. Un fulmine a ciel sereno. Arrivare aspettando di vedere i sorrisi dei tuoi cari e partire ingoiando lacrime che non vogliono smettere di scendere.
Sto facendo mille riflessioni sulla vita e sulla morte, ma non le condividero' con voi, sono ancora troppo arrabbiata con il mondo e con un dio che non esiste, rischierei di apparire cinica e non fa parte della mia natura.
Ero impaziente di tornare qui, nella mia calda Barcelona, per fare finta che fosse stato solo un brutto sogno, che la prossima volta che tornerò in famiglia sarà tutto come prima. Ma è impossibile, mi sono portata dentro troppo dolore per riuscire a scappare dalla realtà.

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