CLICK

Domenica a Barcellona, c'è un sole splendido ma il vento è freddo e io sono chiusa in casa a guardare la tele in catalano, cercando di capire almeno il senso dei discorsi: c'è un documentario sulle meduse. Per quanto io adori questi esserini senza sangue né cervello, quando mi è arrivata la telefonata di Fran mi si è aperto un mondo. Non mi trucco, infilo jeans e all star ed esco così, con la maglietta con cui ho dormito e gli occhiali giganti anti-sguardodaghiroinletargo.
Fran è un vecchio amico e mi sta facendo da guida in città (anche se penso che lui non lo sappia). Oggi ho scoperto il Parc de la Ciudadella che io, avendo fatto più che altro nightlife qui a Bcn, non conoscevo. Era pieno di gente: chi suonava, chi ballava, chi faceva yoga, chi giocava a pallone.
Prometto: la prossima volta che ci andrò porterò la reflex, oggi mi è tornata la voglia di fare delle fotografie. 
Ho scoperto che la voglia di fare foto è direttamente proporzionale al mio livello di serenità interiore; una foto deve avere qualcosa di speciale che va oltre l'inquadratura, c'è una specie di moto che ti spinge a fare click, non la voglia di farla vedere in giro o di essere più brava di qualcun'altro. E quando in una mite domenica di primavera, con il culo posato sull'erba incroci lo sguardo di qualche ragazza che fa thai chi o di un ragazzo che suona la chitarra, vuoi solo che i suoi occhi attraversino l'obbiettivo e click.
Quindi ho deciso che non diventerò mai una fotografa, cosa che mi sarebbe piaciuta, ma non mi interessa. Il tempo, la luce, il movimento, questo sì che mi interessa.

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